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Il Cane da Pastore della Russia meridionale.
Il Pastore della Russia Meridionale, in russo Juznorusskaja Ovcharka o Juzhak, è stata la prima razza tra i pastori russi (Pastore del Caucaso e Pastore dell’Asia Centrale) ad essere riconosciuta dalla FCI nel 1983, mentre risale al 1952 il riconoscimento di tutte e tre le razze ad opera degli organi ufficiali della cinofilia sovietica.
Il Pastore della Russia Meridionale appartiene
al gruppo dei cani da pastore che hanno il compito di sorvegliare gli armenti
dall’azione predatoria da parte di animali selvatici e anche dall’uomo.
L’areale di distribuzione e sviluppo della
razza è rappresentato dai territori della odierna Ucraina,
le pianure che circondano il Mar Nero fino ad arrivare al Caucaso.
Il territorio in questione è estremamente
vasto ma simile come aspetto ed è costituito da pianure di tipo
stepposo e colline di modesta altitudine, piuttosto aride e polverose.
L’escursione termica è notevole e
si può passare da inverni freddi con temperature di circa 10°-15°
gradi sotto lo zero e forti venti a temperature estive di circa 25°-
30° gradi.
Gli inverni non sono particolarmente nevosi
ma spesso il territorio rimane ghiacciato per un lungo periodo e battuto
da freddi venti provenienti dal Nord che giungono al Sud in pianura senza
trovare alcun ostacolo.
La descrizione del territorio è importante
al fine di capire il perché il Pastore della Russia Meridionale
possiede determinate caratteristiche fisiche come spiegherò più
avanti nella parte dedicata allo standard.
Origini ed evoluzione della razza.
A proposito dell’origine della razza esistono
varie teorie di autorevoli
cinofili russi alcune delle quali a mio parere sono più attendibili
di altre.
Una delle teorie tra le più conosciute
è quella del Mazover che sostiene una origine piuttosto recente
della razza.
Secondo questo autore il Pastore della Russia
Meridionale sarebbe stato creato dall’incrocio tra il piccolo cane da Pastore
delle Asturie, cane pastore di origine spagnola, di tipo conduttore, con
un non ben definito Pastore Tartaro, pastore con funzioni di protezione
del gregge, ed ancora con il Levriero Russo Borzoi, cane usato allora come
cacciatore di lupi, sul finire del 1700 e precisamente nel 1797 quando
arrivarono in Russia dalla Spagna i primi greggi di pecore di razza Merinos.
I dubbi nel ritenere valida questa tesi sorgono
se si considerano le razze di cani intervenute in questo incrocio; lo scopo
dell’incrocio era quello si ottenere un cane che avesse le funzioni di
pastore guardiano per proteggere queste nuove e preziose greggi dai lupi.
Ebbene, si è voluto incrociare un
pastore autoctono come il Pastore Tartaro già pastore di tipo guardiano
dotato di una esperienza nel settore lunga di migliaia di anni, con un
piccolo pastore conduttore dalle caratteristiche fisiche ma soprattutto
psichiche totalmente opposte al tipo voluto, e con un levriere con un istinto
predatorio sviluppato ai massimi livelli (un pastore custode o guardiano
non deve possedere istinto predatorio ) con la spiegazione di aumentare
la taglia ridottasi dall’incrocio precedente.
Altri autori come Mazalov o il Browner o
il Sabaneyev sostengono invece che il ceppo originario dal quale si è
sviluppato il moderno Pastore della Russia Meridionale sia estremamente
antico e soprattutto puro.
A sostegno di questa più plausibile
teoria possiamo andare a considerare anche altre razze di cani da pastore
guardiani distribuite in Eurasia, e più precisamente mi riferisco
al cane da Pastore Ungherese Komondor ed al Rumeno Mioritic.
Entrambe le razze sono molto simili al Pastore
della Russia Meridionale e sono distribuite su un territorio contiguo a
quello del russo; visto l’aspetto così simile e così peculiare
e l’areale di distribuzione è indubbio che queste tre razze abbiano
avi comuni.
Se andiamo a leggere i documenti che trattano
della storia e dell’evoluzione del Pastore Ungherese Komondor possiamo
trovare che della razza già se ne parlava nel 1544 (Lo scrittore
Peter Kakoni lo menziona nella sua opera “La storia del Re Astiages”),
poi ancora nel 1653 dove ne vengono lodate le capacità di difensore
degli armenti e nel 1815 appare un primo ritratto della razza.
Il vero problema è invece sapere come
l’avo delle tre razze sia arrivato in questi territori e soprattutto da
dove.
Sempre considerando le teorie sull’evoluzione
del Komondor autori ungheresi ipotizzano che questo cane sia stato portato
nelle pianure ungheresi dai Cumani , un popolo barbaro di origine turca
proveniente dall’Asia Centrale che soggiornarono tra 1150 DC ed il 1222
DC nelle pianure della Russia Meridionale (->Pastore della Russia Meridionale),
e poi, spinti da altre popolazione, nel 1239 DC arrivarono attraverso le
porte del Danubio nella odierna Romania (->Mioritic), per poi fermarsi
definitivamente nella pianura ungherese ad Est del fiume Tibisco
pianura che ancora oggi porta il nome di Kunsag da Kun=Cumano.
Oppure, seguendo personali ragionamenti fondati
su lunghi anni di studio e di ricerche, il ceppo originario potrebbe essere
stato portato nella Russia Meridionale (da dove però è
ancora un mistero) e da qui in Europa dagli Sciti, antico popolo dedito
all’allevamento di bestiame, che costituì un grande e duraturo regno
nelle terre dell’odierna Ucraina già 1000 e più anni prima
della nascita di Cristo.
Pur mantenendo il fulcro del loro impero
in Russia Meridionale gli Sciti si spinsero nel loro errare alla ricerca
di nuovi pascoli e terre da conquistare fino in Europa Centrale trasportando
con sé ovviamente bestiame e sicuramente cani .
Già i Sumeri prima di loro possedevano
cani per la custodia degli armenti, cani chiamati Ku-assa, come viene raccontato
in uno dei più antichi poemi, se non il più antico, l’epopea
di Gilgamesh.
Molti sono stati i popoli che dall’Eurasia
si sono spostati verso Ovest sia prima di Cristo, con una certa lentezza,
sia dopo Cristo con una successione molto più frenetica.
Il cane da pastore guardiano degli armenti
si stima possa avere circa 8000-6000 anni e cercare di ricostruirne le
origini e gli spostamenti è molto difficile.
Ancora più difficile è ricostruire
i natali di un ceppo di pastori custodi, come appunto quello al quale appartengono
il Russo Meridionale, il Komondor ed il Mioritic.
Razze di cani che presentano pelo lungo su
tutto il corpo con tendenza alla feltratura ne esistono parecchie e sono
disseminate su tutto il continente europeo come per esempio il Gos d’Atura
in Portogallo, il Bergamasco e lo Spino degli Iblei (razza non riconosciuta
dalla FCI) in Italia, il Bobtail in Gran Bretagna, il Briard in Francia,
il Bovaro delle Fiandre in Belgio ect. ma dire che derivino tutte da uno
stesso avo è piuttosto difficile da sostenere e forse, ma solo forse,
un domani con l’aiuto dell’esame del DNA sarà possibile essere un
po’ più precisi.
Arriviamo ora a considerare la storia più
recente del Pastore della Russia Meridionale.
Siamo alla fine del 1800 e la razza è
diffusa su tutto il vasto territorio della odierna Ucraina ma soprattutto
è presente sul territorio di Askania-Nova dove un nobiluomo di origine
tedesche, il barone Falts-Fein ed in seguito i suoi figli, possiede il
più grande centro di selezione della razza arrivando ad avere circa
2000 soggetti che usa per proteggere le sue immense greggi di pecore.
La guerra civile, che scoppiò nel
1915, portò la razza sull’orlo dell’estinzione; nel 1923 un sostenitore
della razza , il Brauner, si recò nei territori di Askania-Nova
per vedere se i famosi Russi Meridionali di Falts-Fein fossero sopravvissuti
alla guerra, ma non trovò altro che qualche giovane esemplare scampato
al massacro. I militari, che furono la causa della quasi totale
sparizione della razza pochi anni prima, furono anche, paradossalmente
, i principali artefici del recupero e della rinascita del Pastore della
Russia Meridionale.
Uno dei momenti più significativi
per la nascita del “nuovo” Pastore della Russia Meridionale può
essere datato 1928 quando a Dzankoi in Crimea si costituì
un nuovo centro di selezione diretto appunto da militari. La razza riprese
vigore e nel 1939 a Simferopol si organizzò addirittura il primo
raduno di razza.
Poi venne la Seconda Guerra Mondiale che
tutto si portò via, uomini ed animali.
Tra gli anni cinquanta e settanta la razza
venne nuovamente e faticosamente recuperata usando i soggetti superstiti;
fu usato anche qualche esemplare di Komondor per rinsanguare
le poche linee di sangue rimaste.
Oggi la razza è diffusa ed allevata
anche in buona parte dell’Europa occidentale, ma i soggetti presenti, nonostante
siano di buona qualità, sono ancora troppo pochi.
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Foto album
Rainbowbridge
© Sergio Zavattaro, 2008